Salve, sono Coline lo ciardeniere, mi è arrevata stamatina tra la capa e lo colle una chiamata dallo Scuto che mi vorrebbo faro una intervistamenda. Datesi che la quala io di queste cose non ni capisce niendo, ho penzata beno di rivolgermi ad uno pessecoloco che sicuramendo lui, con quella sua capacchiona che sape quande cose capisce e che sa entraro nelle cervelloteche degli altri, mi potrebbo aiutaro lui e superaro questa fase, diciamo così, di intrattenemenda. E datese della quala, li facce la domando: a come deva scrivere un artichele sobba a questo giornalo?
Io - Innanzitutto, bisogna individuare le varie categorie i cui contenuti costituiscano materia d’interesse per la redazione di un articolo che soddisfi le aspettative di...
Coline lo ciardiniere - Ho capite tutte, stateve buene! Ti lasce alla presenza dello mio pesseutonemo Reme Attanasie e te la veti con lui. Benga non tieno lo stesso tuo capacchiono non essende che la quala lui non è pessecoloco e assorbendo commo sia io non ho neanco il piacero della sua acconoscenza.
Io - Allora questa è l’occasione giusta per presentarlo. Signore e signori...
Remo Attanasio!
Colino - Tanda piacero, Coline lo ciardeniere.
L’articolo di questo mese è dedicato a Remo, grande amico e altrettanto grande, poliedrico artista che il primo di maggio ha compiuto ottant’anni, gran parte dei quali dedicati alla recitazione e alla scrittura di testi teatrali e tanto altro. È dimostrato che ridere stimola la produzione di particolari ormoni - endorfine - deputati alla regolazione dell’umore e del piacere (serotonina e dopamina). Remo Attanasio ha fatto divertire tantissime persone, dunque doppiamente grazie a questo antidepressivo naturale. Con la sua ultima creatura, Coline lu ciardeniere, ha inventato una nuova lingua, una via di mezzo tra dialetto e italiano, comprensibile perfino in Altro Adigio e con cui è presente su Facebook, offrendo pillole di deliziosa comicità. Gli chiedo, innanzitutto, come è iniziata la sua carriera artistica
Remo - Ho iniziato negli anni Sessanta con quel mitico spettacolo che si chiamava Festival della Parodia. A quel periodo risale la scrittura delle mie prime opere teatrali: “Inferno 68”, “Questo matrimonio s’ha da fare”, “Odissea 70” rappresentate dal “Teatro Club”. Poi, nel 1979 nasce “L’Anonima Cabaret” insieme al maestro Rosario Bruno, Enzo Valente e il compianto Alvaro Ramundo, con i quali abbiamo girato gran parte dell’Italia, posso dire, con spettacoli itineranti alcuni dei quali con la presenza di Pippo Baudo il quale ci dette anche l’opportunità di una nostra partecipazione nel 1983 a “domenica in”. A Roma avemmo il piacere di esibirci anche al Salone Margherita (Bagaglino) insieme ad Oreste Lionello e in quell’occasione il regista e autore Pier Francesco Pingitore ci propose di rimanere a Roma. Questa prospettiva diventava, però, una scelta molto difficile per noi.
Io - Eppure la strada per il successo sembrava spianata.
Remo - Eh sì. Però, dovendo fare una scelta di vita importante, decidemmo di non sconvolgere la nostra realtà lavorativa e familiare e di proseguire il cammino così come era iniziato: per pura passione e divertimento.
Io - Bene visto che si è rotto il ghiaccio penso che potrei fare qualche domanda anche a Colino.
Colino - E va beno commo voleto assegneria, ma propria perché, commo aveto detto voi, si sono rotte le acque… Dito pure.
Io - posso chiederle qual è il suo rapporto con Remo?
Colino - Damme il tu ca m’avvergogne se no. Beh… posso diro che ci accapiamo abbastanza beno, in questa nostra uniona civile, commo si dice oggi.
Io - Ne deduco, quindi, che vivendo in simbiosi vi aiutate reciprocamente.
Colino - Avveramendo non so come vive lui, ma però a me alla campagna non mi ha mai aiutate. Con la scusa che li dole la spina torsala, la zappa la tremende solamendo.
Io - Però tu sei sempre presente nelle cose che fa Remo.
Colino - Macché, lui mi chiama allo ballo quanno gli vieno lo schiribbizzolo di scrivero, ma quanno si fa le cose sue a me non mi calculescia propria, tu penza che ha fatte puro uno film sane sane che l’ha presentate allo cinema Roma che scuffelava di cristiani e dove che la quala stava puro presendo Serge Rubino che li ha fatte li complimenti, e a me non solo non mi ha fatte faro neanco la comparsa, ma non mi ha manco inbitate.
Io - Eppure Remo non mi sembra che sia uno che se la tira.
Colino - O se la tira o non se la tira, con me face sempre lo professoro, eppure sono io che li ‘mbaro tante cose. Infatto, tene una robbrica molto asseguita sobba a faccebuk ca se chiama “Sipario aperto” a dove ogni giorno ie e lui raccontiame qualca cosa.
Io – Certo, seguo sempre “Sipario aperto” su Facebook: buonumore assicurato. Remo, ma è vero che è proprio Colino che ti ispira quando scrivi?
Remo - Colino è veramente la mia fonte ispiratrice, un personaggio che nella sua semplicità e apparente ignoranza, ci trasmette emozioni ricordando vicissitudini del passato e trattando argomenti del presente con la sua filosofia di vita.
Io - Ah però! Colino hai sentito quante belle parole ti ha detto Remo?
Colino - Avveramendo io non ho capito niendo, ma commo sia sia, se lo diceto assegneria vi prende alla parola, io so solamendo che da quanno li è venuta questa mania di scrivero, ha abbandonate la zappa e lo ciardino sta sempre chieno d’erva che mi tocca sempre a me a pulizzarlo.
Io - Insomma, sareste come “il braccio e la mente”.
Colino - La “menghia”, sì… per lui è più comoto però.
Io - ma ti rendi conto che senza di lui tu non esisteresti?
Colino - Ma vi arrendeto conto tutti e due che atessa mi aveto proprio stufate? Ondo per cui la quala me ne vato, stateve buene!
Io - L’abbiamo fatto arrabbiare?
Remo - Ma no, lui fa sempre così quando non sa più che cosa dire, e siccome che la quala, detto alla sua maniera, senza di lui io mi sento perso, ti chiedo scusa e lo vado a raggiungere. Statte buene!
Articolo inconsueto, d’altronde Remo è sinonimo di buon umore e un’intervista “seria” non avrebbe avuto senso. Con Remo abbiamo condiviso tante belle esperienze, tra quali la realizzazione di una serie di cortometraggi,
Microfilms, insieme a Ferdinando Sallustio, finalisti al
Premio Massimo Troisi nel 2003. Poi Remo ha continuato a produrre video come il lungometraggio
Noi ci proviamo cui hanno partecipato anche tanti personaggi pubblici ostunesi. Come tutti i grandi comici, anche Remo ha una vena drammaturgica manifestata nella realizzazione di due corti:
La sposa e il rosmarino (che ha ottenuto diversi premi e riconoscimenti) e l’ultimo,
Cena per due. Entrambi trattano con un tocco lieve e poetico, la drammatica realtà dei malati di Alzheimer e dei loro familiari (visionabili su YouTube o su Facebook). La scrittura rimane, comunque, il modo più diretto e immediato con cui Remo si esprime. Ha prodotto e continua a creare davvero tanto. Riporto, solo per esempio, alcuni di questi lavori come il volume “
A sipario alzato” che contiene quattro opere in versi (tre storie d’amore e una rivisitazione della Divina Commedia:
Fiure de cucuzza (Storia d’amore e de desgrazie),
La vera storia de Renze e Lucia (storia d’amore e de fantasia),
Natalu a casa spagghjone (storia d’amore e de perdone) e
La commedia diversamente divina, ambientata ai giorni nostri. E poi le poderose Agende ostunesi:
Arrecurdanzia 2021 e
Arrecurdanzia 2022 ricche, mese per mese di poesie, fatti, personaggi, situazioni, ricordi e tanto tanto ancora. Infine, da gennaio 2024 è uscito
L’almanaccostunese tutto ciò che è successo durante l’anno, descritto giorno per giorno per 365 giorni, tra curiosità e racconti vari in prosa e in poesia. Personalmente giudico capolavori queste opere di Remo: accurate, innovatrici, mai banali, intelligenti e divertenti. Una dose giornaliera di
Remoterapia, fa davvero bene e per procurarsela basta scrivere “Remo Attanasio” oppure il titolo di una sua opera, su Amazon.
Tanti cari auguri, grande Remo!